Cosa vedere a Grottaferrata?

Lo hai notato anche tu? Appena le temperature si alzano di qualche grado, l’attenzione delle persone che amano il mare solo in piena estate si rivolge alle scampagnate.

La ragione dietro a tutto questo è piuttosto chiara: una giornata spensierata all’aria aperta, con il sole che bacia la pelle, è sempre un meraviglioso trofeo da mostrare agli altri.

Tuttavia non esiste soltanto la scampagnata toccata e fuga. Quando parliamo di relax e spensieratezza,
è fondamentale aggiungere un pizzico di curiosità.

Diversamente, potremmo perderci alcuni scorci meravigliosi del territorio circostante.

E sarebbe un vero peccato.

Come sarebbe un vero peccato ignorare le origini di alcuni centri abitati straordinari.

Nel caso di Grottaferrata, ad esempio, probabilmente è sbagliato dire che già in epoca romana nacque un nucleo abitato.

Ma è praticamente certo che parte del territorio venne occupato dalle ville dei ricchi aristocratici romani, come nel caso del ben noto Marco Tullio Cicerone.

Ad ogni modo, l’esistenza di Grottaferrata come centro abitato inizia senza dubbio nel 1004, con la nascita dell’ Abbazia di San Nilo sul terreno che il Conte di Tuscolo dona ai monaci basiliani.

Da quel momento la storia di Grottaferrata è fortemente legata – e fino ad un certo punto coincide – con la storia stessa dell’Abbazia. Non a caso, il nome Grottaferrata si deve al criptoportico di una villa romana protetto da un cancello (da cui la denominazione di Crypta Ferrata) sui resti del quale l’Abbazia è stata edificata. Purtroppo il territorio dell’Abbazia venne più volte saccheggiato: nel 1155 da Guglielmo I “il Malo” di Sicilia; nel 1163 da Federico I “Barbarossa”; nel 1241 dall’Imperatore Federico II “di Svevia”.

E come se non bastasse, allungarono le mani anche tedeschi e francesi.

In virtù di questi numerosi saccheggi, a protezione dell’Abbazia, l’Abate Commendatario Giuliano Della Rovere, futuro Papa Giulio II, fece erigere le mura che ancora oggi circondano l’edificio religioso.

Dal 1605 l’Abbazia fu sottoposta alla Commenda dei Colonna, poi dei Farnese e dal 1626 del Cardinale Barberini. Si arriva al Consalvi nel 1808, anno in cui è abolito il feudalesimo e, di conseguenza, la Commenda. Grottaferrata viene annessa al Municipio di Marino ma i monaci rimangono come cittadini privati all’interno dell’edificio religioso.

Nel 1816, con Papa Pio VII, il Cardinale Consalvi torna in possesso della Commenda, che conserva fino alla sua morte nel 1824. Nel 1833, a causa di crescenti tensioni all’interno dell’Abbazia, Papa Gregorio XVI nomina visitatore apostolico ad acta Mario Mattei, Cardinale Vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati, che ricopre il ruolo con rigore fino al 1869.

Soltanto nel 1848 Grottaferrata conquista l’autonomia amministrativa. Otto anni più tardi, nel 1856, nasce la Società Anonima delle Cartiere di Grottaferrata e Subiaco; quella sita nel Comune, proprietà di Luigi Passamonti, diventa così importante da stampare le banconote dello Stato Pontificio.

Nel 1873, mentre il paese continua a crescere, vengono espropriati i beni ecclesiastici, inclusi quelli abbaziali. In pochi anni la cittadinanza vede la realizzazione di un impianto fognario, la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore e della Chiesa di San Giuseppe oltre all’edificazione di sontuose ville.

Inoltre iniziarono i lavori di ristrutturazione viaria lungo la strada statale 216 via Maremmana III in direzione Squarciarelli e Frascati.

E anche se i tristi bombardamenti dell’8 settembre 1943 risparmiarono il centro abitato, i territori criptensi furono danneggiati.

Comunque sia, oggi la cittadina di Grottaferrata è una delle mete più conosciute e frequentate dei Colli Albani nonché uno dei centri storici più eleganti e prestigiosi dei Castelli Romani.

Questo in parte lo si deve alla vicinanza con la Città Eterna: la strada che le collega ha favorito un flusso turistico sempre maggiore. E se dovessimo esprimere una singola caratteristica, è quasi certo che gli occhi dei turisti brillino alla vista delle ville nobiliari e delle chiese sia nel borgo che fuori dal nucleo urbano.

Queste suggestive ville nobiliari sono private, e quindi non visitabili. Tra le più famose troviamo Villa Cavalletti, Villa Dusmet, Villa Gavotti-Gioacchini Villa Arrigoni-Muti e Villa Rasponi.

E non è certo finita qui…

Il “Borghetto di Grottaferrata”

Fuori dal centro storico si ergono maestose, nonostante il tempo e l’incuria, le mura di quello che viene chiamato “Borghetto di Grottaferrata”.

Si tratta in realtà di un castello, probabilmente edificato attorno al X secolo.

È probabile che furono i Conti di Tuscolo a realizzarlo, ai quali apparteneva ancora nel 1140: infatti, la prima fonte scritta risale in un documento di ricorso dei monaci dell’abbazia di Santa Maria contro Conti di Tuscolo in cui viene menzionata una “taberna in burgo de Tuscolana”.

Il “Castel de’ Paolis”

Ad arricchire il vasto patrimonio artistico del borgo segnaliamo il Castel de’ Paolis, edificato attorno all’XI secolo sui ruderi della villa romana degli Scriboni-Libones. La prima citazione del castello risale al 1116. Dal 1600 il maniero perse gradualmente la sua importanza e venne inesorabilmente abbandonato.

Attualmente sono visibili solo un arco, una parte dell’abside della chiesa e alcuni resti delle mura.

Cos’altro vedere a Grottaferrata?

– Il Laboratorio di restauro del libro

L’Abbazia di Grottaferrata è sede del “Laboratorio di restauro del libro antico”. Si tratta di un laboratorio scientifico il cui scopo è la salvaguardia del patrimonio bibliografico italiano.

– Museo dell’Abbazia greca di San Nilo

Situato nel palazzo del Commendatario dell’Abbazia, ospita i reperti collezionati nei secoli dai monaci basiliani e testimonianze della loro vita dalla fondazione dell’Abbazia fino ai nostri giorni.

E poi, a Grottaferrata è imperdibile una passeggiata su Corso del Popolo, con una sosta alle panchine di Piazza Cavour.

Ora che conosci meglio il nostro borgo, devi sapere che raggiungere Grottaferrata in macchina è molto semplice.

Basta arrivare fino all’uscita 20-21 del Grande Raccordo Anulare e percorrere via Anagnina. Considera che la via attraversa proprio il cuore della città.

A quel punto sarai libero di visitare tutte le bellezze del territorio, beneficiare del verde circostante e lasciarti coccolare dalla tipica ospitalità dei Castelli Romani.

Il nostro hotel sarà a tua completa disposizione per qualsiasi informazione e può esserti d’aiuto per svariate attività.

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